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Favismo: cos’è e a cosa bisogna prestare attenzione

Favismo: cos’è e a cosa bisogna prestare attenzione

Il favismo è una condizione medica dovuta alla mancata produzione di un enzima chiamato glucosio-6-fosfato-deidrogenasi che, in presenza di determinate condizioni può sviluppare una distruzione dei globuli rossi con conseguente anemia grave. Spieghiamo meglio altri dettagli di questa patologia in questo articolo.

03/05/2023 12:11:00 | Leaderfarma

Il nome favismo deriva dal fatto che, inizialmente, questo disturbo pareva essere correlato all’ingestione delle fave fresche. Oggi invece, grazie alle ricerche in campo medico, si è scoperto che non si tratta di un’allergia alimentare ma di una carenza enzimatica dovuta a fattori diversi.

Cos’è il favismo

Il favismo è una malattia genetica ereditaria in cui il paziente non è in grado di produrre (o produce in maniera ridotta) un enzima chiamato glucosio-6-fosfato-deidrogenasi. Al verificarsi di determinate condizioni, che approfondiremo inseguito, si attiva un processo di emolisi, ossia di distruzione dei globuli rossi, portando la persona a sviluppare una grave anemia.

È considerata una malattia genetica piuttosto rara, che conta circa 400mila soggetti in tutta Italia e appena 500 milioni in tutto il mondo.

A cosa bisogna prestare attenzione

Chi soffre di favismo non può assolutamente consumare fave, piselli, lupini e arachidi (anche se a scopo precauzionale sono da evitare anche tutti gli altri legumi). Inoltre, deve escludere dalle proprie abitudini anche il mentolo e fare attenzione agli alimenti e bevande contenenti solfiti. Altre precauzioni vanno prese nei confronti di alcuni medicinali e integrtori che potrebbero causare prepotenti crisi emolitiche.

L’AIFA ha stilato un preziosissimo vademecum con tutti i principi attivi da evitare.

Tra quelli presenti nei farmaci e integratori autorizzati in Italia troviamo:

Acido acetilsalicilico - Acido ascorbico - Acido nalidissico - Acido pipemidico – Bupivacaina – Cloramfenicolo – Chlorochina – Ciprofloxacina – Colchicina – Dietilamina – Dimenidrinato – Dimercaprolo – Doxorubicina – Enoxacina – Fenazone – Fenilbutazone – Fenitoina – Fitomenadione – Glibenclamide – Gliclazide – Glimepiride – Glipizide – Idrossiclorochina – Isoniazide – Levodopa –Levofloxacina – Lomefloxacina – Mefloquina - Menadione sodio bilsolfito (vitamina k3 sodio bisolfito)- Mesalazina - Metiltioninio (Blu di metilene) - Monossido di azoto – Moxifloxacina – Nitrofurantoina - Nitroglicerina – Nitroprussiato - Noramidopirina/Métamizolo sodico - Norfloxacina - Ofloxacina – Paracetamolo - Pefloxacina - Prilocaina - Probenecid - Proguanil - Quinidina - Quinina - Rasburicase - Spiramicina - Streptomicina - Sulfacetamide - Sulfadiazina - Sulfametoxazolo - Sulfasalazina - Tiamfenicolo - Triesifenidile – Trimetoprim.

Precisiamo che per qualsiasi necessità, va sempre fatto riferimento al proprio medico di medicina generale o al proprio specialista in ematologia, che sapranno dare indicazioni mirate in base alla storia clinica del paziente.

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